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giovedì 11 aprile 2013

Titoli di stato italiani e le clausole di azione collettiva; effetto Cipro e Grecia anche per l’Italia ?

Finora non si è parlato molto sui media nazionali di Clausole di Azione Collettiva (CAC), come se fosse un argomento tabù, ma la notizia si sta diffondendo in rete e riguarda da vicino tutti quanti i risparmiatori privati; è bene sapere di cosa si tratta.

Con l'acquisto di titoli di stato ed altri prodotti del mercato obbligazionario come BOT e BTP potremmo correre il rischio di essere soggetti a una decurtazione di capitale esattamente come è successo in Grecia, nel caso l'Ente emittente dichiari di essere in difficoltà.

A seguito del trattato istitutivo del Fondo Salva Stati è stato emesso il decreto 96717 del Ministero dell’Economia e delle Finanze che riprende una norma del Trattato di Istituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) sottoscritto dai 17 paesi dell’Eurozona.  Ma cosa contiene questo decreto 96717 e per quale motivo i mezzi di informazione l’hanno ignorato ?

Con questo decreto, viene formalmente ammesso che i titoli di stato non sono più garantiti ed in caso di difficoltà dell'Ente emittente, non sarà più possibile dichiarare default, ma si avvierà la "ristrutturazione   del debito" come prevista nel regolamento del prestito attraverso il richiamo alle Clausole di azione Collettiva.

Queste Clausole prevedono che i termini e le condizioni dei titoli di Stato possono essere modificati mediante un accordo tra l’Emittente (lo Stato o Ente collegato) ed una certa percentuale di detentori (gli investitori).  Una volta raggiunta la percentuale definita nel decreto, le modifiche di termini e condizioni  dell'investimento e dei rendimenti obbligazionari si applicano a tutti i detentori del debito.

Si tratta di una cosa davvero grave e senza precedenti in Italia; Cipro e Grecia ci insegnano che  nulla è più impossibile. D’altra parte solo qualche giorno fa l’amministratore delegato di Unicredit dichiarava che era giusto confiscare i risparmi degli italiani per salvare le banche

La garanzia e la sicurezza intrinseca da sempre detenuta dagli investimenti costituiti da titoli di stato è stata completamente sovvertita. In pratica dal 1 gennaio 2013 tutte le emissioni di titoli di Stato italiani con durata superiore a un anno sono soggetti alle Clausole di Azione Collettiva (CAC).

Inoltre il rendimento di un prodotto finanziario è sempre stato collegato al suo grado di rischio e non credo che l'attuale rendimento dei titoli di stato sia aggiornato alla nuova reale situazione di rischio, apportata con le sgradite clausole.

Le misure più rilevanti introdotte dalle Clausole di Azione Collettiva sono:
  • Il taglio dei pagamenti e del rimborso del titolo di credito acquistato. Dovevate avere indietro 10.000 euro ?  Ve ne potrà venire restituita la metà e stessa cosa per le cedole periodiche che potranno essere dimezzate.
  • La modifica del metodo per calcolare gli interessi. Avete comprato un Titolo legato all’ inflazione ? Potrà essere corrisposto una parte di quanto pattuito o niente del tutto. Dipende dai casi di “ristrutturazione del debito” del paese in difficoltà. 
  • Ridefinizione della data dei pagamenti di cedole o rimborsi. La data potrebbe essere fatta slittare anche di 5 anni . Ad esempio il vostro titolo scadeva nel 2019; in caso di “ristrutturazione del debito” vi verrà rstituito nel 2024, Così pure per le cedole. 
  • Variazione della valuta di rimborso e luogo di pagamento. Avevate sottoscritto un titolo in Euro ? Potrebbe anche esservi restituito in altra valuta, senza avere certezza del valore di cambio.
  • La modifica della seniority.  L’Ente debitore potrà stabilire a prioprio giudizio l’ordine di preferenza del rimborso dei titoli rispetto ad altri creditori. 
Se stiamo inseguendo il modello Grecia, si potrebbe temere che molti “grandi investitori privati”, banche ed istituti finanziari, possano giocare il ruolo di "gran parte di detentori del debito" con cui lo Stato in caso di necessità potrebbe accordarsi per rifilare una grossa fregatura ai piccoli investitori.

La Grecia ha raggiunto l'accordo per la “ristrutturazione del debito” con la parte dei suoi creditori, per lo più istituzioni finanziarie.  Il giochetto è stato semplice; la BCE ha parzialmente finanziato le banche greche in difficoltà con prestiti a tasso agevolato che con quei soldi hanno acquisito gran parte del debito dello Stato, cioè i Titoli di Stato della propria nazione. 

Modificando la composizione degli investitori, le banche greche sono diventate una buona percentuale dei detentori del debito pubblico della Grecia, acquisito con i prestiti agevolati. Le banche in difficoltà sono state salvate dallo Stato greco con i soldi della collettività. A quel punto lo Stato in forte difficoltà anche per i prestiti effettuati alle banche, ha avuto vita facile nel trovare un accordo con i principali detentori del debito pubblico, cioè gli stessi istituti finanziati, imponendo così, oltre al salvataggio delle banche anche la ristrutturazione del debito, a carico dei piccoli investitori, invece di dichiarare default. 

Quindi mentre tutto tace, i risparmiatori italiani vengono sapientemente incoraggiati ad investire nei patriottici Titoli di Stato, clausole di azione collettiva compresa, con tutti i mezzi propagandistici.

Studio sulla valutazione delle Clausole di azione collettiva rispetto ai titoli emessi per paese



1 commento:

  1. Di questo passo ci resta solo il buon vecchio materasso per proteggere i 4 spicci rimasti :-(

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